Visualizza il volantino

04-foglieGli alberi sono capaci di “autopotatura”, dispongono infatti di meccanismi e strutture proprie in grado di isolare i rami ormai inutili, bloccando possibili invasioni di agenti patogeni provenienti dalle infezioni del legno morto.

Le difese naturali dell’albero

dove tagliareLa potatura dell’albero dovrebbe interessare, esclusivamente, rami secchi o malati e rami vivi (con diametro non superiore a 10 cm) quando occorre diradare, alleggerire o contenere la chioma. Quando si recide un ramo, vivo o morto che sia, è importante rispettare le strutture biologiche che l’albero ha creato e che sono le barriere naturali con cui esso può difendersi dalle aggressioni degli agenti patogeni. Queste barriere sono contenute nella zona del collare del ramo. Il collare è facilmente individuabile nel punto in cui il ramo (o branca) si inserisce nel ramo (o nella branca) genitore o nel fusto. In questo punto è visibile un rigonfiamento, a volte molto piccolo, che permette di individuare la linea di taglio del ramo. La linea di taglio potrà leggermente modificarsi nel caso di rami già morti, perché l’albero ha già iniziato a produrre il callo di cicatrizzazione.

Le tre fasi del taglio

Quando si asporta un ramo, oltre a non danneggiare il collare, occorre prestare la massima attenzione per evitare pericolose “scosciature” che espongono i tessuti interni del fusto o della branca su cui si inserisce il ramo. L’asportazione di un ramo, a maggior ragione se di grosso diametro, avviene in tre fasi che corrispondono a tre distinti tagli:

Prima fase del taglio04-fasi_di_taglio_2terza fase del taglio

1° fase - ad una distanza opportuna, a seconda del diametro del ramo, si esegue un taglio, dal basso verso l’alto, per circa un terzo del diametro. Questo primo taglio ha lo scopo di interrompere le fibre del legno ed evitare la scosciatura.

2° fase - dall’alto verso il basso, qualche centimetro oltre il primo taglio, si taglia completamente il ramo da asportare.

3° fase - Con quest’ultimo taglio si rimuove il moncone del ramo lasciando intatto il collare.

Gli attrezzi per la potatura degli alberi

I tagli devono essere eseguiti con attrezzi idonei e ben affilati così da eseguire tagli netti e precisi. Gli attrezzi da utilizzare sono:

  • forbici da potatura - per recidere piccoli rami con diametro inferiore al centimetro
  • segacci a mano o montati su aste - per asportare rami con diametri compresi tra 1 cm 10-15 cm
  • motoseghe - quando il ramo da asportare è di grandi dimensioni o il legno dell’albero è particolarmente duro.

L’utilizzo di troncarami è sconsigliato perché danneggia il collare e non consente un taglio preciso. Forbici per siepi, tosa siepi a motore, motoseghe montate su aste ed altre attrezzature non progettate per la potatura degli alberi non sono attrezzi idonei perché non consentono tagli precisi e lasciano ferite difficilmente rimarginabili. Inoltre non è possibile determinare la linea di taglio così che, inevitabilmente, si danneggia il collare o si è costretti a lasciare un moncone.

La cicatrizzazione delle ferite

Una volta asportato il ramo inizia il processo di cicatrizzazione, meglio sarebbe dire di compartimentazione, dei tessuti vivi interni esposti agli agenti patogeni (principalmente funghi). Anno dopo anno, a seconda del diametro del ramo asportato, l’albero tenterà di richiudere la ferita. Nel caso di tagli eseguiti correttamente i tessuti di cicatrizzazione si formeranno lungo tutta la circonferenza del taglio e ciò consentirà la chiusura completa dalla ferita. In caso di tagli mal eseguiti i tessuti non riusciranno a formarsi uniformemente e la ferita sarà chiusa in tempi molto più lunghi o, addirittura, non potrà essere chiusa.

Calli di cicatrizzazione